Caffe' Corretto del Martedi' (30/07/2024)
Oggi si parla di Clima! Mentre Andrea ci spiega gli obbiettivi strategici degli Emirati legati alle Rinnovabili, io vi porto nel quotidiano di ristoranti incendiati vicino Roma.
Parliamo di Clima ma a Mezz’ora da Montecitorio Brucia Il Lago di Albano, nell’Indifferenza Generale
Edoardo Pariante
Scrivere e raccontare è ormai una passione consacrata, e non vi nego che provo una certa emozione, nonostante non siamo un giornale nazionale, a trovare una notizia importante di cui non parlano in molti per potervela raccontare. Forse perchè non siete centinaia di migliaia ma siete molti fedeli e in un certo senso tutte persone con cui mi siederei con un caffè per conversare di questi temi.
Ma per raccontarvi sia la storia che il mio stato d’animo vorrei fare un passo indietro.
2 Settimane fa nel bosco a pochi metri da casa mia nei castelli romani è scoppiato un incendio, non avevo mai visto un territorio a cui avevo legati ricordi essere trasformato dalle fiamme e restare cenere, con un odore maledetto che settimane dopo ancora sento sui muretti, sulle macchine etc. Le fiamme sono state domate durante il giorno (incluso con elicotteri) per poi divampare nuovamente nel cuore della notte da una miccia non spenta, sul confine del mio vicino a pochi metri da dove dormivo. Uno shock.
Quindi ormai l’incendio era parte della mia quotidianità estiva, quando ho letto di Santa Maria delle Mole invasa dalle Fiamme o del Lago di Albano non mi sono neanche meravigliato. Ma dentro di me sorge sempre il dubbio, sarà un criminale che li accende o un ignorante che gettando una sigaretta con questo caldo brucia tutto?
Ecco, nel leggere quella notizia del lago fino in fondo, proprio in quel momento ho avuto una sensazione di eccitazione per aver “scoperto” qualcosa mischiato alla realizzazione che questa è ormai la mia normalità.
Sai perchè? Perchè guarda caso l’incedio al Lago di Albano ha carbonizzato per intero un Ristorante, uno di grande successo, che neanche un mese fà in terzo grado era stato sequestrato dal comune perchè completamente abusivo.
Avete capito bene, qualcuno ha tirato su un ristoante sulla riva senza uno straccio di permesso, lo ha fatto lavorare (e bene) per anni, si è rifutato di abbatterlo e quando finalmente il comune si è deciso ha sequestrarlo lo ha (è stato magicamente) incendiato, distruggendo una parte della flora del lago.
E la cosa più scioccante, è che non ne ha parlato nessuno. Solo qualche giornale locale, che non ha collegato le due notizie.
Ora mi rendo conto che ci dovranno essere indagini, etc. ma la sensazione è che questa è la normalità di un luogo meraviglioso a 20km da Montecitorio.
Questo disastro si aggiunge alla scelta di pochi mesi fà di rimuovere le piazzole di tuffo delle olimpiadi del 1960 perchè ormai rendevano troppo evidente il prosciugamento del lago.
Ed il mio non vuole essere un discorso populista ma realista. Le policy possono essere di quanto di più sofisticato possa esistere, ma che tipo di effetto potranno avere in contesti come questo? Io la fiducia la sto perdendo.
Il Mondo Arabo e La Strategia che Non Vediamo (o non vogliamo vedere)
Andrea Manzella
Leggendo il nuovo libro di Federico Rampini, noto giornalista del Corriere e scrittore di geopolitica, emerge una questione che cerco di esprimere da tempo tramite questa newsletter: studiare e non demonizzare ciò che Rampini chiama il nuovo impero arabo. Cosa significa? Significa comprendere la centralità dell’Arabia Saudita, degli Emirati Arabi Uniti e del Qatar nelle scelte geopolitiche ed economiche che ci riguardano. Troppo spesso notizie importanti vengono liquidate con frasi come “questi sono matti” o “vi fate attrarre dai petroldollari”, minimizzando così le strategie complesse che i paesi del Golfo stanno cercando di mettere in atto. Questo atteggiamento rivela la miopia del dibattito europeo e la scarsa attenzione verso le influenze arabe nel nostro territorio.
Questa settimana vi faccio un altro esempio.
Specialmente i partiti di centro e centro-sinistra europei stanno focalizzando la propria propaganda sul clima, un tema centrale e giusto: le anomalie climatiche sono ormai evidenti nel nostro continente e in tutto il mondo. Il Green Deal, burocraticamente e politicamente, possiamo dire che abbia fallito, poiché non è riuscito a imporsi come una politica europea stringente, essendo stato rivisto più volte a causa di contestazioni interne (ad esempio, i gilet gialli o la protesta degli agricoltori) e della concorrenza cinese. Per farvi un’idea, solo nel 2023 la Cina ha prodotto più rinnovabili di quante ne esistessero negli Stati Uniti nel 2022. Questa produzione, sussidiata dallo Stato, compete contro una produzione europea con costi di produzione e vendita più alti. Insomma, una concorrenza sleale che però non condanniamo completamente, basta vedere i rapporti commerciali della Germania con la Cina o la volontà della premier Giorgia Meloni, che ha incontrato Xi Jinping per riequilibrare i rapporti commerciali.
Piccola nota: quando Renzi parla a Mohamed Bin Salman, si ricorda l’omicidio di Jamal Kashoggi e si condanna Renzi per parlare a un despota pericoloso (nessuno qui difende il ruolo dell'Arabia Saudita su Kashoggi, anzi lo si condanna). Però, quando i leader europei parlano con Xi Jinping, ci si dimentica molto in fretta della situazione della comunità islamica nello Xinjiang. Altro paradosso con i paraocchi occidentali.
Ma torniamo al clima. La seguente notizia non appare nelle pagine di molti quotidiani occidentali, ma è riportata con interesse in quelli dei paesi del Golfo. L’azienda di energia rinnovabile degli Emirati Arabi Uniti, Masdar, sta cercando ulteriori opportunità nel settore dell’energia verde in Europa e prenderà in considerazione sia investimenti di minoranza che partecipazioni di controllo. L'ha dichiarato il suo CFO dopo un accordo la scorsa settimana con l'azienda spagnola Endesa.
In breve, giovedì scorso Masdar ha accettato di pagare 817 milioni di euro (887 milioni di dollari) per una quota del 49,99% in 48 impianti solari controllati da Endesa, una unità della nostra Enel, in Spagna, con una capacità complessiva di 2 gigawatt. Perché gli Emirati "green" guardano all'Europa? Gli investimenti necessari per raggiungere gli ambiziosi obiettivi verdi dell'UE, insieme a una "normalizzazione" dei prezzi degli asset, che erano aumentati troppo durante l'era dei tassi di interesse bassi, creano ovviamente grandi opportunità nella regione.
Masdar ha infatti investito in progetti di energia rinnovabile in tutto il mondo a diversi stadi di sviluppo, con una capacità complessiva di circa 20 GW e un valore di oltre 30 miliardi di dollari e si aspetta che l'UE sia un contributore chiave per raggiungere il suo obiettivo di capacità di 100 GW entro il 2030. Ovvero, si aspetta che l'UE faciliti i suoi investimenti nel continente.
Ma non è tutto. Masdar ed Endesa hanno anche firmato un memorandum d'intesa per sviluppare potenzialmente altri 3 GW di capacità solare. Perché succede questo? Perché con tassi di interesse elevati e costi del debito in aumento che colpiscono l'industria delle energie rinnovabili in Europa, causati anche dalla Cina, realtà come Iberdrola ed Enel sono diventate più caute nei nuovi progetti rinnovabili e sono quindi felici di vendere partecipazioni di minoranza in parchi eolici e impianti solari per massimizzare i ritorni e ridurre il debito.
Il mese scorso, Masdar - che comunque è controllata dall'azienda di energia e acqua degli Emirati Arabi Uniti TAQA, dalla sua compagnia petrolifera nazionale ADNOC e dal fondo sovrano Mubadala Investment Company - ha accettato di acquistare una quota di maggioranza nella compagnia greca di energia rinnovabile Terna Energy.
Ma non c'è solo l'UE. Mentre la Spagna e l'Europa in generale sono fondamentali nella strategia di Masdar, l'azienda, dichiara il CFO a Reuters, prenderà in considerazione opportunità adatte ovunque si presentino, compresi gli Stati Uniti, che sono già un mercato importante per l'azienda. La diversificazione dal petrolio avviene con i soldi del petrolio? Sì. Però cominciamo anche a parlare delle influenze dei paesi del Golfo in settori come quello climatico. Investimenti che ci toccano direttamente e che, ogni tanto, dovrebbero apparire per farci aprire gli occhi sugli andamenti politici ed economici mondiali. Penso che Rampini intenda anche questo quando dice di non demonizzare il nuovo "impero", che esisterà con o senza il nostro interesse e la nostra attenzione.
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Incendio Ristorante Libro Federico Rampini